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Infortunistica stradale
Nel 2023, il numero di incidenti stradali con lesioni a persone è stato di 166.525 (+0,4% rispetto al 2022), con 3039 decessi (-3,8%) e 224.634 feriti (+0,5%). La maggior parte degli incidenti si è verificata sulle strade urbane (73,3%), seguite dalle strade extraurbane (21,4%) e dalle autostrade (/5,3%).
I principali fattori che hanno contribuito agli incidenti sono stati:
- Distrazione alla guida (15,1%);
- Mancato rispetto della precedenza o del semaforo (12,9%);
- Velocità troppo elevata (8,4%).
Questi dati mostrano un leggero aumento rispetto al 2022, ma una diminuzione rispetto al 2019, soprattutto per quanto riguarda il numero delle vittime rispetto al 2019, quando si erano registrati 172.183 incidenti, 3.173 decessi e 241.384 feriti. Nonostante il calo nel numero delle vittime, l'indice di mortalità rimane più elevato sulle strade extraurbane, dove si registrano 4,1 decessi ogni 100 incidenti.

Infortuni sul lavoro
Nel 2023 l'italia ha registrato circa 1.000 vittime sul lavoro, con una flessione di 49 decessi rispetto alle 1.090 vittime del 2022. I settori più compliti sono stati l'industria e i servizi, che hanno registrato 884 decessi. A livello territoriale, i maggiori incrementi si sono verificati al Sud e nelle Isole, con 255 decessi nel Sud Italia rispetto ai 235 dell'anno precedente e 90 nelle Isole rispetto agli 84 del 2022.
Nel 2023, il settore con il maggior numero di infortuni mortali è stato ancora una volta quello delle Costruzioni, con 79 decessi, in leggero aumento rispetto ai 58 del 2022. Seguono il comparto manifatturiero con 55 decessi e il settore dei trasporti e magazzinaggio, che ha registrato 46 decessi, in calo rispetto ai 61 del 2022.
L'incidenza di mortalità minima rimane nella fascia di età tra 25 e 34 anni, con 16,9 morti ogni milione di occupati, un leggero calo rispetto ai 17,1 del 2022. Nella fascia più giovane, ossia tra 15 e 24 anni, l'incidenza è salita a 26,3 morti ogni milione di occupati, rispetto ai 25,7 registrati nel 2022.

Responsabilità medica
Errori, omissioni o violazioni degli obblighi collegati all’attività sanitaria possono provocare dei danni al paziente e, conseguentemente, additare il medico come “responsabile”. Da qui, la responsabilità medica che altro non è che la responsabilità professionale legata all’esercizio del proprio lavoro correlata al tipo di evento che ha provocato il danno. Il nostro ordinamento giuridico prevede due tipi di responsabilità:
- La responsabilità civile per cui scatta il risarcimento del danno;
- La responsabilità penale per cui la sanzione può essere in denaro o detentiva. Queste due categorie di responsabilità sono previste e applicabili anche in caso di responsabilità professionale di medici e operatori sanitari.